Non
abbiamo bisogno dei tg o della carta stampata per rendersi conto di quanto la
nostra nazione non stia andando nella direzione giusta.
Malcostume,illegalità,clientelismo
si incontrano quotidianamente, a volte senza più farci caso. Le macerie de l’Aquila, dell'Emilia o quelle dell’armeria dei Gladiatori di Pompei o della Città della Scienza di bagnoli rappresentano simbolicamente la
situazione italiana.
La
politica che deve essere capace di rispondere ai bisogni della
collettività,appare un realtà parallela popolata da personaggi poco
rispettabili che si affaccendano in pratiche contrastanti con l’interesse generale. Questa si rivolge a se stessa anche in maniera
volgare, con dibattiti, aventi poco a che fare con la realtà.
E' facile avere una visione
negativa del nostro presente o peggio del nostro futuro. Avere fiducia e non
cadere nello sconforto appare allora un'impresa titanica. In una società che
promuove in modo sistematico l'individualismo, la competitività e il cinismo, i
pessimisti costituiscono l'ampia maggioranza, per la gioia di coloro che hanno
interesse a conservare l'ordine attuale, con tutte le sue ingiustizie e i suoi assurdi
squilibri.
Pensare
che nonostante gli avvenimenti ragguardevoli succedutisi nelle storia italiana,
niente sia migliorato o che anzi, molto sia peggiorato, ha una grossa capacità
demotivante, che porta a ritenere che tutto sia inutile e che la realtà sia
immutabile. Assopire la mente della gente è un’efficace strategia per
controllare il popolo, per inibire le voci di protesta e la volontà di un cambiamento.
Sostenere che le cose stanno andando sempre peggio, fomenta il senso di
impotenza, che è la prima tappa di un cammino verso la rassegnazione e
l'inerzia.
Vivere in un clima di
sfiducia verso il futuro e verso il prossimo, inoltre, frena
notevolmente lo spirito di
iniziativa, alimenta l'individualismo e con ciò la chiusura
all'altro e al diverso.
Ma la realtà è davvero
così? Non siamo tutti uguali!
L’Italia non è abitata solo
da cittadini disponibili al compromesso,al sotterfugio ma anche da uomini e
donne che considerano le leggi i giusti confini in cui muoversi. Da gente che
con mille sacrifici resiste alle scappatoie e si sente offeso da chi considera
evadere le tasse un atto di resistenza allo Stato. Da eserciti di volontari
operosi, da intellettuali e professionisti che vanno dritti per la propria
strada senza farsi intimorire per il semplice fatto di compiere onestamente il
proprio lavoro, anche nel caso in cui chiudere un occhio o dire una parola di
meno è più comodo. Da genitori che fanno la raccolta differenziata perché non
vogliono che i propri figli vivano in mezzo ai rifiuti, da persone che
considerano la furbizia la più alta forma di demenza e che la più grande
fesseria è non essere buoni. Qualcuno dice che sono pochi, ma sono sicuramente
quelli che fanno galleggiare l’Italia e stanno percorrendo la direzione giusta.
Ci sono anche
amministratori e politici degni del loro incarico, che meriterebbero
sicuramente più visibilità,riconoscenza e ascolto.
Marco Boschini,
coordinatore dell’associazione dei Comuni Virtuosi, li ha soprannominati “ministri delle piccole opere”. “Questi non
inaugurano, aggiustano. Non collaudano, ripristinano.” Boschini definisce anche i compiti di questi
amministratori: “il primo compito è osservare, il secondo ascoltare, il terzo
condividere. Parla anche molto, s’intende. Ma con la gente, non con le
televisioni… I comitati per lui sono validi interlocutori con cui confrontarsi,
volta per volta: sono come sentinelle sperse nei bastioni del vasto territorio
che ha il compito di amministrare, proprio per loro.” Questi “ministri” hanno adottato semplici ma
innovative pratiche dai risultati straordinari:
piani regolatori che prevedono il restauro e il riutilizzo degli edifici
esistenti riqualificando il verde pubblico, raccolta differenziata che supera
il 50 %, sviluppati sistemi di mobilità
sostenibile e condivisa, uso di fonti di energia rinnovabile, nuovi stili di
vita compatibili con le esigenze quotidiane e rispettose della natura, adozione
di strumenti decisionali partecipativi della cittadinanza, gruppi di acquisti
solidali di prodotti biologici. Tutte esperienze riproducibili in tutta Italia.
Esempi di buona
amministrazione sono sparsi dappertutto , anche in posti dove meno te lo
aspetti, come a Riace in provincia di Reggio Calabria, un territorio infiltrato dalle
‘ndrine e le cui bellezze naturali sono deturpate dagli scempi dell’abusivismo
edilizio, che si è imposta all’attenzione dei media internazionali grazie alle
idee e alla tenacia del sindaco Domenico Lucano che è stato nominato, unico
italiano, tra i 23 finalisti del “World Mayor Prize”, premio per il miglior
sindaco del mondo.
Non bisogna andare lontano per cercare gli “eroi” del quotidiano.
Movimenti di opinione, prese di posizioni coraggiose da parte di singoli ed
associazioni, luoghi di discussione critica e costruttiva, stanno prendendo
piede in maniera saggia e decisa anche sul nostro Gargano.
Come il Comitato per la
Tutela del mare del Gargano, nato come atto di amore nei
confronti della propria terra, è la sentinella che sorveglia lo stato di salute
delle nostre coste e dei nostri mari.
Sicuramente ancora molto
resta da fare. Ma certamente riconoscere che il mondo non è messo bene è ben
diverso dal dire che non si può far nulla per migliorarlo.
Sapere che non è tutto
marcio quello che ci circonda e che un Italia migliore è possibile perché già
esiste, ci da il carburante necessario per continuare il passo, con la fiducia
e la consapevolezza di essere sulla strada giusta, certi del potere che abbiamo
tra le mani,con la convinzione che lamentarsi sia una bella scusante per non
agire.
Solo riavvicinandosi alla
politica e prendendo a cuore il proprio territorio che a mio avviso, la
“comunità” potrebbe essere ricostruita e valorizzata.
Quando sono venuto a
conoscenza di questi casi mi sono stupito di una cosa: non c'è nulla da
inventare. Moltissimo si sta già facendo. Si tratta di prenderne consapevolezza,
creare rete, spolverare il coraggio e poi, finalmente, osare.
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