Due giorni fa è stata la giornata mondiale dell'acqua e in questi giorni, con un paio di amici sto facendo delle felici scampagnate tra le sorgenti di Vico del Gargano. Nel dicembre del 2011, scrissi su Fuoriporta dell'importanza dell'acqua e delle sorgenti del mio paese, proponendo uno modo per valorizzarle. Ripubblico l'articolo in versione integrale
L’acqua, anche se nella nostra quotidianità non ce ne rendiamo conto, è una risorsa preziosa per la vita di ogni essere vivente, ma sta diventando sempre più rara per via dei consumi eccessivi e dell’inquinamento.
Sul nostro pianeta si stima siano presenti 1.390.000.000 km^3 di acqua, ma solo il 3% è d’acqua dolce, e di questi un ¼ può essere sfruttato per le esigenze umane.
Non solo la risorsa è scarsa, ma viene consumata in maniera squilibrata a vantaggio del l’11% della popolazione mondiale che consuma l’88% delle risorse idriche potabili.
In media si è calcolato che il consumo pro capite di acqua potabile degli abitanti dei Paesi in Via di Sviluppo è di 20 litri al giorno, quando quello degli italiani è di circa 200 litri.
L’economia insegna che quando un bene scarseggia e la domanda cresce, il prezzo di questo bene aumenta. Proprio per il controllo di questa preziosa risorsa, come racconta Vandava Shiva nel suo libro “ Le guerre dell’acqua”, sono scoppiati conflitti che vengono camuffati come guerre di religione, tribali, etniche o di sicurezza contro il terrorismo.
Molti non danno la giusta importanza alla disponibilità di acqua potabile, ma per sensibilizzare molte più persone sull’argomento, proviamo a ricordare che risparmiare acqua significa risparmiare denaro.
Noi italiani consumiamo più acqua del necessario, cioè la sprechiamo. Secondo dati Istat, con 152 metri cubi "prelevati" pro capite nel 2008 e un consumo per abitante di 92,5 metri cubi, l'Italia è uno dei campioni europei nel consumo di acqua ad uso potabile. Considerando i consumi pro capite nei 27 Paesi dell'Unione europea per il periodo 1996-2007, l'Italia presenta valori superiori alla media europea (92,5 metri cubi pro capite annuo contro 85).
Lo spreco principale riguarda le perdite delle condutture. Sempre secondo dati Istat, nel 2008, per ogni 100 litri d'acqua erogata, se ne immettono in rete circa 80 litri in più che vengono persi dalle condutture.
Ognuno di noi, nel nostro piccolo, può impegnarsi per risparmiare acqua anche attraverso gesti semplici che non alterano la qualità del nostro stile di vita.
Per capire basta dare un dato: un rubinetto che perde 30 gocce al minuto, consuma 24.000 litri di acqua all’anno. Pensiamo a quanta acqua si potrebbe risparmiare con dei gesti di accortezza come il controllo periodico delle tubature e dei rubinetti delle nostre case, oppure con un piccolo investimento si possono applicare dei miscelatori d’aria ai rubinetti o istallare il doppio pulsante di scarico al water.
Inoltre fare la doccia invece del bagno significa risparmiare il 50% dell’acqua, così come l’utilizzo a pieno carico di lavatrici e lavastoviglie aiuta sensibilmente il risparmio, soprattutto se questi sono a basso consumo, sia energetico che idrico.
A volte basterebbe semplicemente chiudere il rubinetto quando l’acqua non serve: ad esempio quando si strofinano i denti per pulirli e risciacquarli, poi, usando un bicchiere, quando ci si insapona le mani per lavarle, quando ci si rade tappare il lavabo e usare l'acqua per risciacquare il rasoio.
Essenzialmente basta un po’ di buon senso come quando si lava la macchina: basterebbe usare il secchio invece del tubo per risparmiare 130 litri per ogni lavaggio.
Altre volte, invece, bisognerebbe riprendere le abitudini dei nostri nonni i quali riutilizzavano l’acqua della cucina e raccoglievano l’acqua piovana.
Approvvigionarsi di questa preziosa risorsa, in un passato non molto lontano, non era comodo come adesso. Ai nostri giorni l’acqua si trova ovunque, confezionata all’interno di bottiglie di plastica. Questa comodità, anche se non sembra, ha costi ecologici ed economici impressionanti, soprattutto se si pensa che questo genere di prodotto si basa su un bisogno che può essere soddisfatto utilizzando semplicemente l’acqua del rubinetto, che costa molto meno dell’acqua in bottiglia e che riceve maggiori e migliori controlli.
Non si pensa mai a quanto i nostri comportamenti, anche se solitari, possono cambiare interi sistemi. La sostituzione della cosiddetta “acqua del sindaco” con quella dell’acqua in bottiglia comporterebbe un taglio netto ai costi di trasporto, lavorazione e smaltimento delle bottiglie di plastica. Ciò andrebbe a beneficio dell’ambiente e, quindi, di tutti noi.
A promuovere una scelta alternativa e un percorso di ritorno all’acqua dell’acquedotto sono oggi varie associazioni ecologiste e ambientaliste, ma anche – mi fa piacere rilevarlo – alcune amministrazioni comunali. All’interno di tale novero di istituzioni virtuose, conquista una posizione di riguardo il Comune di Capannori, in provincia di Lucca, nel quale l’acqua in brocca viene portata nelle mense di ben 22 scuole pubbliche.
Il progetto di chiama ‘Acqua Buona’ ed è realizzato dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con Acque Spa, la società responsabile della gestione del servizio idrico. Quest’ultima si impegna a monitorare costantemente la qualità dell’acqua tramite analisi regolari, le quali saranno rese pubbliche affiggendo le tabelle con i risultati negli stessi istituti.
Il Comune e le scuole, dal canto loro, organizzano un programma di incontri formativi per gli alunni, gli insegnanti, come anche per i genitori interessati, tenuti da tecnici ed esperti del settore. Ciò al fine di illustrare i vantaggi che motivano la predilezione dell’acquedotto rispetto all’acqua imbottigliata e venduta al supermercato, di rispondere ai quesiti in materia, nonché diffondere una cultura ecologica a vari livelli. Ogni anno, con questa operazione, si risparmia sullo smaltimento di 65 mila bottiglie.
Ma questa non è l’unica iniziativa virtuosa legata all’acqua portata avanti dal comune della Lucchesia. In parallelo, infatti, l’Amministrazione di Capannori ha sviluppato il progetto ‘Via della Buona Acqua’: sono state selezionate le 14 migliori fonti pubbliche del territorio e si è deciso di riunirle in un “sentiero” ecologico e culturale. L’intento è ancora una volta quello di promuovere il ritorno alla presa diretta dell’acqua dalla fontana, sottolineando il valore della risorsa idrica come bene comune e riscoprendo tramite essa la natura e le relazioni sociali.
Sono stati realizzati, a tal fine, interventi di riqualifica delle sorgenti, dal punto di vista sanitario come strutturale.
Queste fontane sono dotate di nuove tecnologie di disinfezione che non alterano gli aspetti di piacevolezza e della qualità dell’acqua da bere, e sono state ristrutturate con l’impiego di materiali e soluzioni architettoniche eco-compatibili in grado di riqualificare non solo le fonti, ma anche i luoghi dell’acqua. Sono stati istallati sistemi di disinfezione a raggi ultravioletti che garantiscono la potabilità dell’acqua erogata anche in presenza di eventuale inquinamento batteriologico mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche dell’acqua. Sono stati realizzati anche lavori edili ed idraulici per l’istallazione dei sistemi UV, per il ripristino delle strutture architettoniche, oltre che sulla presa e sulla distribuzione delle fonti.
Lungo la via dell’acqua, in prossimità delle fontane, sono stati anche installati cartelli che riportano le analisi della qualità dell’acqua con le principali caratteristiche chimiche e minerali, una breve storia della fonte e una cartina con il percorso completo della ‘Via della Buona Acqua’.
“Grazie alla ‘Via della Buona Acqua’ – dichiara l’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci – l’amministrazione comunale garantirà la potabilità e la qualità delle sorgenti, favorirà l’utilizzo delle acque buone del territorio semplificandone l’accesso a tutti i cittadini, promuoverà il valore culturale dell’acqua come bene comune e i luoghi d’incontro e socializzazione legati all’acqua”
Perché anche noi Vichesi non beviamo l’acqua dal rubinetto come fanno i Capannoresi?
Esistono le capacità per sensibilizzare i Vichesi ad un consumo critico, e la volontà di questi a cambiare? Oppure dovrà essere questa “grande crisi” ad imporci il cambiamento?
Perché le sorgenti di Vico del Gargano non possono essere come le sorgenti di Capannori?
Le bottiglie di plastica, da segno del progresso tecnico, sono diventate simbolo del consumismo più dannoso.
Le sorgenti, da rudere di una società passata, possono essere elemento di un rinnovamento culturale negli stili di vita quotidiani, oltre che una attrattiva turistica da dover potenziare .
Sembra contraddittorio, ma la nuova mentalità, per affrontare le sfide del futuro e le angosce del presente, è caratterizzata da elementi di pensiero di un passato perduto, come il riuso, il risparmio, il riutilizzo, il riciclaggio, la ristrutturazione e la riduzione.
Più importante di tutti, forse,sarebbe ridare il giusto valore ai beni comuni come l’acqua, cioè rivalutare i concetti con cui affrontiamo la nostra vita per poter usare le risorse che ci caratterizzano, in maniera più efficiente e responsabile, in modo da creare una economia a servizio di una società più equa anche nei confronti delle generazioni future.
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