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sabato 4 maggio 2013

Peggio dell'anno scorso. Uno e trino: l'uomo politico di cui diffidare

Ho rieletto le  3 opinioni che avevo scritto per Fuoriporta in merito alle passate elezioni comunali di Vico tenutasi  un'anno fa e a mio malgrado devo constatare che sono adatte anche per questa tornata elettorale, ma questa volta è molto peggio. Non voglio soffermarmi sui motivi dell'involuzione perché non voglio entrare nelle polemiche elettorali che si preannunciano aspre vista la pochezza di idee, competenze e credibilità messe in campo che sono premesse più di scontri che di discussioni (alla faccia dell'unione).
Adesso ripropongo l'opinione del novembre del 2011 in seguito le altre.

<< Dopo i recenti sviluppi della politica nazionale, si incominciano già ad intravvedere sentori di dibattito elettorale per le elezioni politiche.
Invece nella nostra cittadina, la campagna elettorale per rinnovare il consiglio comunale è già iniziata, anche se non è entrata nel vivo.
Ogni vichese sarà chiamato a scegliere i politici che meglio rappresentano le proprie istanze. Infatti si dice che gli eletti sono i rappresentanti degli elettori.
per questa ragione, si potrebbe dire che i primi non sono poi così diversi dai secondi, ma in tanti, non si sentono rappresentati dai soggetti presenti sullo scenario politico.
Questo sentimento si era espresso organicamente in Italia, già prima della nascita della Repubblica, cioè quanto i partiti non potevano competere attraverso le elezioni.
Infatti, il 27 dicembre 1944 viene fondato e diretto da Guglielmo Giannini il settimanale battezzato L'Uomo Qualuque, dal quale prenderà vita l'omonimo movimento politico caratterizzato da una polemica sfiducia nelle istituzioni statali e nei partiti politici.
Questo prevenuto giudizio negativo nei confronti dei partiti politici, e di conseguenza delle istituzioni repubblicane, è vivo oggi, più di allora nel sentire comune italiano. La politica, arte nobile dell'amministrazione della cosa pubblica, che per definizione deve essere praticata con spirito di sacrificio da chi si distingue nella polis per etica e saggezza, è ridotta a scenario di contrattazione pubblica per fini privati.
Questo malessere è figlia di una situazione reale che è giustificato da alcuni comportamenti per niente "onorevoli" degli eletti, in tutti i livelli decisionali, di tutti gli schieramenti e in ogni longitudine.
Se il qualunquismo diventa preponderante, la politica perde il suo valore di arte nobile. Se la politica perde valore, noi cittadini perdiamo il senso della partecipazione pubblica e con esso il senso civico. Non avete mai sentito dire o detto frasi del tipo: " Se lo fanno loro lo faccio anche io"?
Il qualunquismo trova terra fertile in quelle persone che non hanno il coraggio di partecipare alla vita pubblica, preferendo delegare ad altri per non assumersi direttamente delle responsabilità. Non avere mai sentito dire o detto frasi del tipo: " è tutta colpa loro, sono tutti uguali"?
Come nel passato, anche oggi ci sono soggetti politici che cavalcano furbescamente questo malcontento per perseguire i propri interessi.
In questo modo si innesca un circolo vizioso dove la politica si alimenta del proprio degrado e il personalismo diventa preponderante e centrale nel dibattito politico.
Questa evoluzione del qualunquista, viene cantata magistralmente da Caparezza nel brano:"io diventerò qualcuno": vivo decenni dopo nello stesso clima che su questo fuoco getta più benzina, ma non c'è più l'uomo qualunque, tutti sono qualcuno, tutti sono in vetrina".Non sono rari costoro, che possiamo definire qualcunisti, che focalizzano il dibattito politico sulla propria persona. La motivazione, tutt'altro banale, è che il programma elettorale con cui si presentato per ottenere il consenso degli elettori non ha credibilità d'azione. In questi casi il programma viene farcito di opere dal carattere sensazionale ed immaginifico, scollegato da qualsiasi valutazione di impatto, di processo, capacità di attuazione, efficienza e di efficacia.L'intento è quello di fare colpo sull'elettorato come il play boy fa con la corteggiata di turno. La similitudine è attinente anche per descrivere lo scopo: per fare colpo si inventa qualsiasi cosa. Proprio qualsiasi cosa.Questo basta per placare il lamento popolare che invoca la realizzazione di “qualcosa”, ma non indica cosa, e soprattutto come realizzarla.Da questa incompleta richiesta di soluzione, prende forma la terza componente del politico di cui diffidare, cioè il qualcosista.Costui manifesta la sua buona volontà propositiva, promettendo la realizzazione di “cose” che sollecitano l’immaginario collettivo. Di solito, questi progetti sono di una portata dimensionale, in termini fisici, notevoli (grandi opere), o comunque prevedono l’utilizzo di risorse importanti, ma a costo zero per contribuenti (così dicono).Queste promesse hanno obiettivi molto generici e fini definiti grossolanamente.Spero che i candidati alla prossime elezioni siano innanzitutto chiari e intellettualmente onesti.  Siate unici e non trini. Viviamo in un periodo dove i cambiamenti sono irrevocabili, e qualsiasi ricetta credibile proposta per attuarli, non può che chiedere rinunce e sacrifici che scontentino tutti. Capisco che in politica non sia una mossa vincente essere sinceri, ma come ricorda Alcide De Gasperi: Un politico pensa alle prossime elezioni, un uomo di stato alle prossime generazioni.L’invito agli elettori è quello di non farsi ingannare da facili illusioni  e di partecipare,con spirito propositivo e critico, al dibattito politico, fiduciosi dell’influenza del proprio contributo di idee e di analisi.>>






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