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martedì 8 ottobre 2013

La Piazza Maestra

Il 12 ottobre sarò a Roma per sentirmi parte di una piazza che sia una proposta alternativa ai populisti, al conservatorismo, alla paura. Alle logiche delle vendette e dei poteri forti.
Di una piazza che crede che la nazione si possa salvare dal precipizio del cinismo, della rabbia, della povertà, della solitudine, dello sconforto.
Di una piazza fiduciosa delle potenzialità del suo territorio e del suo popolo, della cooperazione tra le diversità, e convinta dell'uguaglianza delle differenze che trovano tutela nella legge.
Di una piazza che crede ancora che l'Italia è un "bene comune", come l'acqua, l'energia, internet, il paesaggio e che le "larghe intese" le fa con i cittadini con i quali è stato condiviso un programma e sono disposti a collaborare con chiunque per attuare tale programma.
Di una piazza che vuole applicarla la Costituzione prima di modificarla, che vuole partire dalla Costituzione, perchè ormai c'è poco da ricostruire, ma dalla Costituzione si deve ricominciare, all'interno di una Unione Europea dei diritti e delle opportunità, che rifiuta la dittatura dei differenziali economici e delle esigenze finanziarie.
Di una piazza che intende l'economia uno strumento di emancipazione che salvaguardi la bellezza della natura, della cultura e delle attitudini individuali, che premi il merito e condanni l'egoismo.
Di una piazza piena di persone che hanno avuto esperienze che fanno rigenerare di speranza i delusi che pensano che tutto è perduto compresa la democrazia oramai desueta.
Spero che da questa piazza nasca una proposta politica fondata sulla partecipazione all'interno di organizzazioni dove regole e ruoli siano rispettate, dove il portavoce non sia il capo-padrone, dove la progettualità sopravviva alle persone, dove le idee valgono più del carisma, dove gli ideali si sposino con il pragmatismo. Dove il partecipante sia protagonista e non un fondamentalista con compiti di manovalanza o di proselitismo.



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