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giovedì 2 maggio 2013

Eroe a chi ?!?

Luigi Preiti , l'uomo che ha sparato dei colpi di pistola ai carabinieri di guardia a Palazzo Chigi nel giorno del giuramento del neo governo Letta, è considerato da molti un martire, un vittima del sistema, il risultato del malaffare commesso da altri. Se almeno un proiettile da lui sparato avesse colpito un politico, uno qualsiasi, sarebbe stato considerato un eroe da molti altri.
Si attribuisce la qualifica di eroe a persone che compiono gesti eclatanti, coraggiosi, audaci, ma troppo spesso si collegano questi attributi solo ad azioni violente, energumene e feroci.
Ci sono eroi normali che in condizioni straordinarie fanno cose ordinarie, senza esasperazioni, ma nel silenzio della quotidianità. Sono forti come il sole dopo giorni di tempesta e l'arcobaleno che ne consegne: pieni di luce per niente fragorosa.
Con calma e pazienza trasportano i propri macigni lungo la propria strada. Sono eroi umani: piangono di nascosto, hanno i loro momenti di sconforto più o meno esacerbati, imprecano Dio o chi per lui quando tutto sembra immancabilmente irrisolvibile ma dopo un breve periodo di riposo per sfogarsi vanno avanti, senza scuse, contando solo sulla propria volontà e quelle qualità che non fanno clamore come la gentilezza, cordialità, comprensione, fermezza, fiducia.
Martina Giangrande è una di questi eroi. Esserlo donna è ancora più difficile. Ventitrenne , organizzatrice di eventi, ha dovuto riorganizzare la propria vita per non farsene travolgersene dalla stessa in pochi mesi per ben due volte. La prima volta quando gli è morta prematuramente la madre tre mesi fa. Ha lasciato il lavoro per stare vicino al padre, carabiniere che qualche giorno fa è stato raggiungo da uno di quei proiettili sparati da Preiti. Non si sa se vivrà e come vivrà. La figlia è disposta a lasciare di nuovo il lavoro che aveva ripreso da poco per stargli affianco.
Martina non deve perdonare nessuno. Non ha odio da placare. Ha altro a cui pensare: la vita di suo padre. Non sarà la vendetta verso padri di altri figli a guarirlo, e per questo non ha nulla da perdonare perché non ha nulla di cui vendicarsi.
Gli eroi normali sono così. Non hanno armi per andare sulle prime pagine. L'unico posto che gli interessa andare è avanti per la propria strada. Con le proprie ragioni


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